
L'80% degli squali balene ha tagli e cicatrici dovute al turismo

In Indonesia, ma è possibile evitare danni modificando le barche
Quasi l'80% degli squali balena osservati nelle oasi protette indonesiane ha tagli e cicatrici dovuti alle imbarcazioni, spesso quelle usate per le osservazioni turistiche. A segnalare il problema, che potrebbe essere risolto con semplici accorgimenti alle imbarcazioni, è lo studio guidato da Edy Setyawan, dell'Istituto Elasmobranch in Indonesia Gli squali balena sono i pesci più grandi del pianeta ma la loro popolazione si è ridotta di oltre il 50% in tutto il mondo, rispetto a 75 anni fa, motivo per cui sono stati inseriti nella lista delle specie minacciate a rischio di estinzione. Per monitorare la salute degli esemplari presenti nell'area marina Bird's Head Seascape nella provincia indonesiana della Papua occidentale i ricercatori li hanno censiti e registrato la presenza sul corpo di eventuali lesioni o cicatrici. Ne è emerso così che circa l'80% degli squali balena presenta tagli: "cicatrici e lesioni principalmente dovute a cause antropiche, come collisioni con i 'bagan', tradizionali piattaforme da pesca con reti da sollevamento, e imbarcazioni per l'osservazione degli squali balena", ha detto Setyawan. Numeri che arrivano da monitoraggi continui che i ricercatori hanno eseguito a partire dal 2010 in varie baie della regione, un insieme di ben 26 aree marine protette. Lo studio ha anche evidenziato che ad avvicinarsi solitamente alle imbarcazioni, attirati dal cibo offerto, sono i giovani maschi, più restie sono invece le femmine, mentre gli adulti vengono avvicinati molto raramente perché tendono a vivere lontano dalle coste e in acqua profonde. Secondo gli autori gran parte delle lesioni non sono gravi ma incidono certamente sulla salute degli squali balena e basterebbero invece piccoli accorgimenti alle imbarcazioni, ad esempio eliminare sporgenze appuntite o rigide, per evitare di causare graffi durante l'avvicinamento degli esemplari: "gli squali balena - ha aggiunto uno degli autori dello studio, Mark Erdmann - dovrebbero anche essere considerati una preziosa risorsa turistica per le comunità e i governi locali".
T.Gil--SG