Tumori e fertilità, al Gemelli il primo intervento in Italia di trasposizione uterina
Preservata la funzionalità degli organi riproduttivi durante una chemio-radioterapia
È stato realizzato nelle scorse settimane al policlinico Gemelli di Roma il primo intervento in Italia di trasposizione uterina e successivo riposizionamento dell'utero in una giovane donna che doveva affrontare una chemio-radioterapia per un tumore del retto, con l'obiettivo di preservarne la fertilità. Con la trasposizione uterina, infatti, l'utero e le ovaie vengono temporaneamente spostati più in alto, fuori dalla zona che deve essere irradiata, per proteggerne la funzionalità. L'operazione è stata realizzata con una tecnica robotica mini-invasiva, meno traumatica per la paziente. Dopo la cura del tumore, l'utero è stato riportato nella sua posizione naturale e la donna ha ripreso il normale ciclo mestruale. Il complesso intervento ha permesso alla paziente di affrontare le cure salvavita e di preservare la fertilità. Il video-articolo relativo al trattamento della paziente è stato pubblicato sulla rivista 'International Journal of Gynecological Cancer'. "Curare un tumore può avere un impatto sulla possibilità di avere figli in futuro - sostiene Anna Fagotti, direttrice della Uoc di ginecologia oncologica del Policlinico Gemelli, professore ordinario di ginecologia e ostetricia all'Università Cattolica del Sacro Cuore -. Le terapie oncologiche, pur essendo fondamentali per guarire da tumori del retto, dell'ano e del collo dell'utero, possono compromettere in modo permanente la normale funzionalità di utero e ovaie. Al momento questo intervento è stato effettuato solo su una ventina di donne in tutto il mondo e due sono riuscite a portare a termine una gravidanza. Siamo orgogliosi di essere stati i pionieri di questa tecnica in Italia". Il risultato è stato possibile grazie alla collaborazione tra diversi specialisti: ginecologi oncologi, radioterapisti e chirurghi generali. L'intervento, a oggi eseguito solo in pochi centri nel mondo, è stato effettuato senza complicazioni ed è già stato ripetuto al Gemelli su una seconda paziente con esito altrettanto positivo. "Siamo contenti di essere riusciti a completare l'intervento tramite tecnica mini-invasiva e senza complicanze - afferma Nicolò Bizzarri, dirigente medico presso l'Uoc di Ginecologia oncologica, ricercatore in ginecologia e ostetricia all'Università Cattolica, primo operatore degli interventi di trasposizione e riposizionamento uterino -. E questo è solo l'inizio di un percorso che speriamo possa aiutare molte altre donne".
S.Seo--SG