
Rapporto Onu, oltre 1.500 morti ad Haiti negli ultimi tre mesi

Continua la crisi umanitaria devastante nel Paese caraibico
Almeno 1.520 persone sono state uccise e 609 sono rimaste ferite tra l'inizio di aprile e la fine di giugno di quest'anno ad Haiti. Gran parte delle vittime si sono registrate nella capitale Port-au-Prince ma, in crescita esponenziale nell'ultimo trimestre è stata la violenza nei dipartimenti Centrale e del Basso Artibonite. Lo rende noto un rapporto Onu che definisce "estremamente preoccupante" la situazione dei diritti umani nell'isola caraibica. Gli attacchi "continuano a provocare gravi violazioni dei diritti umani e ad aggravare una crisi umanitaria già di per sé estrema, causando spostamenti di popolazione di massa con conseguenze drammatiche, specialmente per donne e bambini", ha dichiarato la svedese Ulrika Richardson, rappresentante speciale per l'Ufficio integrato delle Nazioni Unite ad Haiti, in un comunicato che accompagna il rapporto diffuso sui social network dell'Onu. Negli ultimi tre mesi i gruppi criminali hanno ampliato e intensificato i loro attacchi fuori Port-au-Prince mentre si è osservato un certo rallentamento dell'avanzata delle bande nella capitale. Oltre ai morti e i feriti, il rapporto riporta anche almeno 185 sequestri e 628 vittime di violenza sessuale tra il 1 aprile e il 30 giugno di quest'anno, sottolineando che sono stati documentati casi di schiavitù, sfruttamento sessuale e di tratta di esseri umani, compresi molti minori. A fine giugno, erano oltre 1,3 milioni di haitiani erano sfollati interni, in un paese di circa 11 milioni di abitanti.
H.Yoon--SG