
Domani incontro al Mimit su accordo di programma ex Ilva

Fissato per le 11. Poi incontri con sindacati e associazioni
È fissato per domani alle 11 al Mimit l'incontro in presenza tra il ministero, la Regione Puglia e gli enti locali (Comuni di Taranto e Statte, Provincia di Taranto) per discutere l'accordo interistituzionale di programma sull'ex Ilva. A seguire, il ministro Adolfo Urso incontrerà i sindacati alle 14 e, alle 15.30, le associazioni datoriali dell'indotto siderurgico: questi ultimi due appuntamenti dovrebbero svolgersi in videocollegamento. Saranno fornite informazioni su decarbonizzazione e ripresa produttiva. Domani non è prevista alcuna firma da parte del Comune di Taranto né della Provincia sull'accordo proposto dal Mimit, articolato su due ipotesi di decarbonizzazione. Tuttavia, sindacati e ambientalisti attendono di conoscere la posizione del Comune, che ha annunciato una nuova proposta. Fonti del ministero precisano che "il ministro è disponibile a incontrare i sindaci di Taranto e Statte e il presidente della Provincia di Taranto, se fosse richiesto, prima della riunione del 12 agosto al Mimit, ma eventualmente anche in presenza del presidente della Regione Puglia". Il ministro vuole chiarimenti sul no dell'amministrazione all'accordo, anche nella versione dei tre forni elettrici (rimandando a un successivo incontro l'approfondimento sul polo Dri), e sul Consiglio comunale previsto per oggi e poi annullato. Secondo il Mimit, l'incontro sarà occasione per "consentire alle autorità locali di esprimere con compiutezza e nella sede istituzionale preposta, di fronte alle altre autorità nazionali competenti, le proprie posizioni in merito al piano". Intanto, il presidente di Peacelink Alessandro Marescotti sollecita Bitetti a confermare il no all'accordo: "È assolutamente da respingere - afferma - l'idea di 'altri 5 anni' di tre altoforni rimessi in funzione al massimo della loro produzione. Non ha alcun fondamento scientifico dire che la variabile tempo viene ridotta 'al minimo' e poi scoprire che questo minimo è di 5 anni. Cinque anni sono un danno significativo per i polmoni e per il clima".
U.Hyeon--SG